Salvini e Di Maio vogliono rinegoziare i trattati, arrivano i veti di Bruxelles

I gruppi finanziari e politici comunitari contrari all’abolizione del fiscal compact, legge Fornero e Jobs Act

Arrivano i primi veti della Commissione europea sul governo Salvini-Di Maio. E stando ad alcune indiscrezioni, il Quirinale avrebbe invitato i due leader a rivedere i punti del contratto-programma e a ritirare la candidatura dell’economista Giulio Sapelli a Palazzo Chigi. I vertici comunitari sarebbero decisamente contrari su alcune proposte presentate dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle: rinegoziazione dei trattati e vincoli europei, abolizione del fiscal compact, abolizione della legge Fornero e del jobs act. Proposte sostenute dalla stragrande maggioranza dei cittadini. Significative, eloquenti le dichiarazioni rilasciate a Radio Capital dal professor Giulio Sapelli: “Lo stop non è arrivato dal Quirinale, ma sul Quirinale dalle oligarchie europee. E il Quirinale ha recepito” – ha sottolineato il professor Sapelli – Ho sentito Matteo Salvini  mi ha detto ‘purtroppo non ce la facciamo, mi dispiace, grazie’. Dopo l’incontro che ho avuto con loro ero certo che sarebbe finita così”.

Sapelli ha anche parlato dell’incontro con Salvini e Di Maio. “Non è stata una cena – ha detto l’economista – ma un lungo incontro di due ore e mezza, domenica sera. Prima sono stato interpellato da Salvini e Giorgetti. Poi sono stato invitato a una riunione con i due leghisti e Di Maio e Spadafora. Mi è stato illustrato il programma, e poi me l’hanno inviato via mail”.
E sarebbe stato proprio il programma di Lega e M5s, promosso da Sapelli, a far intervenire Bruxelles. “Mi è sembrato molto ragionevole. E aveva come inizio – ha ricordato l’economista – la conditio sine qua non per salvare questo paese dalla catastrofe: rinegoziare i trattati europei. Una rinegoziazione senza strappi unilaterali, per eliminare il fiscal compact o almeno attutirne le conseguenze. Su questo sono d’accordo non al cento ma al mille per cento”. E proprio questo punto sarebbe stato per Sapelli il motivo dello stop arrivato da Bruxelles. In riferimento alle dichiarazioni del professore, l’ufficio stampa del Quirinale ha ha diffuso una breve nota: “”Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non ha posto alcun veto o diniego sul professor Sapelli per la semplice circostanza che nessuno, nè prima nè durante le consultazioni, gli ha mai proposto, direttamente o indirettamente, il suo nome”.  Intanto i soliti bene informati sostengono che i vertici finanziari e politici comunitari sarebbero favorevoli ad un governo guidato da un tecnico “affidabile” e funzionale agli interessi dell’Unione Europea.

                                                                                       Ciro Crescentini

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