Napoli in lutto, addio Bud Spencer: gigante buono del cinema e campione in piscina

Il popolarissimo attore napoletano aveva 86 anni. Il figlio Giuseppe: “Non ha sofferto, aveva tutti noi accanto e la sua ultima parola è stata ‘grazie”

La notizia arriva come uno di quei suoi celebri cazzotti. E’ morto oggi pomeriggio Bud Spencer, alias Carlo Pedersoli. Aveva 86 anni. Lo ha annunciato il figlio Giuseppe Pedersoli: “Papà è volato via serenamente alle 18.15. Non ha sofferto, aveva tutti noi accanto e la sua ultima parola è stata ‘grazie”. Era nato a Napoli il 31 ottobre 1929.  L’anno scorso era stato festeggiato dalla sua città con una medaglia e una targa per la sua lunga carriera che gli aveva consegnato il sindaco de Magistris a Palazzo San Giacomo. A Napoli dedicò uno dei suoi personaggi cinematografici più popolari: il commissario Rizzo, cioè Piedone lo sbirro, in tandem con Enzo Cannavale. Bud Spencer era però l’omone barbuto degli spaghetti western degli anni ’70, quelli che hanno conquistato generazioni di ragazzini. Quasi sempre in coppia con l’inseparabile amico Terence Hill. Ma Carlo Pedersoli, prima di diventare Bud Spencer, fu un asso delle piscine. Come nuotatore è stato il primo italiano a scendere sotto il minuto nei 100 m stile libero, oltre ad essere stato più volte campione italiano di nuoto a stile libero e in staffetta. Olimpionico ad Helsinki nel ’52 e Melbourne nel 56’, di disimpegnò anche nella pallanuoto, vincendo nel ’55 la medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo di Barcellona.  Se gli si chiedeva a quali successi tenesse di più, rispondeva senza esitazione: “Ai successi sportivi”, perché non determinati dal pubblico incostante ma sempre dal sacrificio personale. E perché lo sport “insegna la decenza”.

 

 

IL CINEMA: COME NASCE BUD SPENCER – Come narra la biografia presente sul sito ufficiale, nel 1967 il regista Giuseppe Colizzi lo contatta. Colizzi conosce bene la moglie Maria ed offre a Carlo il ruolo principale nel suo prossimo film, il western spaghetti “Dio perdona…io no!”. Per questo film c’è bisogno di un gigante e Carlo sembra perfetto per il ruolo con i suoi 120 chili per un metro e novantaquattro di altezza. Carlo ha bisogno di soldi e accetta la proposta. Siccome non vuole danneggiare la sua reputazione per il ruolo in uno “strano film sui cowboys”, si lascia crescere la barba cosi in pochi lo riconosceranno. Gli viene anche chiesto di cambiare il suo nome con uno americano perché un nome internazionale funziona meglio sul mercato cinematografico. Come nome d’arte sceglie una combinazione tra la sua birra preferita “Budweiser” e un attore che ama molto, Spencer Tracy.

Carlo non parla bene inglese, non è un bravo cavaliere e non ha davvero alcuna intenzione di continuare la sua carriera d’attore anche perché il successo dei film western all’italiana sta rapidamente scemando alla fine degli anni’60 perciò è convinto che non gli arriveranno altre proposte. Ma per fortuna ha fatto male i calcoli. Il pubblico va pazzo per lui specialmente quando è in coppia con Terence Hill e il film è un successo. Quasi automaticamente entrambi vengono nuovamente ingaggiati per due “sequel” di Colizzi, “I Quattro dell’Ave Maria” e “La collina degli stivali”, altri due grandi successi. Il 1970 segna il momento della svolta con il clamoroso successo internazionale di “Lo chiamavano Trinità…” diretto dall’esordiente regista e autore Enzo Barboni (E.B. Clucher) seguito da un altro strepitoso successo di “Continuavano a chiamarlo Trinità”.

Negli stessi anni il collaudato sodalizio con Hill prosegue il proprio cammino trionfale, girando pellicole come …più forte ragazzi! (1972), …altrimenti ci arrabbiamo! (1974) e Porgi l’altra guancia (sempre del 1974), che si piazzano immancabilmente ai primi posti dei film più visti nelle sale cinematografiche italiane. Sei anni dopo il successo dei due Trinità, i due tornano ad essere diretti da E.B. Clucher in I due superpiedi quasi piatti (1977), riscuotendo ancora una volta un buon successo di pubblico.

Negli anni successivi girano altri due film insieme, Pari e dispari (1978) e Io sto con gli ippopotami (1979), un altro film cult, diretto da Italo Zingarelli. Sempre nel 1979, Bud riceve il premio Jupiter come star più popolare in Germania; l’anno seguente torna al genere western dieci anni dopo l’ultima esperienza con la pellicola Occhio alla penna.  A una decina d’anni dal loro ultimo film insieme (Miami Supercops – I poliziotti dell’8ª strada, del 1985), nel 1994, dopo diversi progetti andati a vuoto, la coppia si riunisce (senza troppa fortuna) sul set di Botte di Natale, un western diretto dallo stesso Terence Hill[16]. Nel frattempo però, Bud Spencer riscuote un grande successo con le serie televisive Big Man (1988), Detective Extralarge (1991-1993) e Noi siamo angeli (1997)[18]; nello stesso anno fa un cameo nel film di Pieraccioni Fuochi d’artificio.

L’ultima apparizione in tv era stata nel 2010 con “I delitti del cuoco”, fiction di Canale 5.

Insieme a Terence Hill, il 7 maggio 2010 riceve il David di Donatello alla carriera.

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