Tagli al welfare, 400 lavoratori a rischio: “De Magistris e De Luca convochino vertice”

L’appello di Sergio D’Angelo (Gesco): “Politiche sociali snobbate. La Campania investe 55 euro lordi pro capite, il Veneto 266. Necessaria una svolta da Comune di Napoli e Regione”

E’ partita la mobilitazione del movimento degli operatori e dei lavoratori del settore delle politiche sociali di Napoli e della Campania per contestare i tagli e impedire la perdita di oltre 400 posti di lavoro. Il prossimo 4 ottobre è stata indetta una grande manifestazione presso il cinema Modernissimo. L’iniziativa è sostenuta da Cgil, Cisl, Uil, Usb, Lega delle Cooperative, Unione Cooperative, Arci, l’associazione ‘Tutti a scuola’, Gruppo imprese sociali Gesco. Previste altre adesioni nelle prossime ore. “Invitiamo il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris a rivolgere un appello al governatore campano, Vincenzo De Luca per attivare, promuovere un incontro, un vertice inter-istituzionale per reperire risorse europee e concentrarle su progetti finalizzati nell’ambito del welfare – sottolinea Sergio D’Angelo rappresentante del gruppo imprese sociali Gesco – la situazione è grave. I tagli nel settore delle politiche sociali sono inaccettabili, rischiano di produrre la perdita di oltre 400 posti di lavoro, di cancellare grandi figure professionali parte integrante di un grande patrimonio di conoscenze della collettività. E non solo – continua D’Angelo – Tante famiglie rischiano di essere lasciate sole, nello sconforto”. La Campania, con una spesa pro-capite di 55 euro lordi, è la regione italiana che investe di meno in materia di politiche sociali regionale e di erogazione di servizi alla persona e alla famiglia. Una bella e sostanziale differenza con le regioni del Nord. Il Veneto con una spesa pro-capite di 266 euro lordi garantisce un ottimo welfare per i cittadini. Il “sociale” viene snobbato dalle istituzioni regionali e locali.

 

 

“Non disconosciamo le pesanti responsabilità del governo nazionale, le assurde decisioni e scelte assunte, i tagli, la cancellazione del fondo nazionale ma tagli pesanti sono stati decisi anche dall’amministrazione comunale di Napoli guidata dal sindaco Luigi de Magistris” – sottolinea il rappresentante de gruppo imprese sociali Gesco. Infatti, il Bilancio Comunale 2016-2018 redatto dall’assessore Salvatore Palma ha sancito tagli di 130 milioni di euro per le politiche sociali ossia 45 milioni in meno per l’infanzia, 18 in meno per i disabili, 47 in meno per i soggetti a rischio, 11 in meno per i servizi socio-sanitari. Nel Bilancio comunale sono stati cancellati i fondi per l’assistenza domiciliare ad anziani e disabili (tagliati i 6 milioni), l’assistenza materiale degli alunni portatori di handicap, i centri socio-educativi territoriali e per gli anziani nelle case di cura. Infine mancano 3 milioni 800 mila euro per la stabilizzazione di 300 ex lavoratori della società Napoli Sociale nella partecipata Napoli Servizi. Lavoratori che assicuravano il trasporto agli alunni portatori di handicap. A fronte di una città che risulta, secondo i dati del fisco, la metropoli più povera d’Italia, con un reddito medio sotto i 20 mila euro e con una forbice sociale enorme tra ricchi e poveri, il Comune di Napoli taglia anche il cofinanziamento dei convitti e semiconvitti per le famiglie povere. Cancellati i servizi sociali per i più bisognosi. Invece, per programmare le risorse, l’ente locale dovrebbe fare una sorta di anagrafe dei bisogni, una verifica dei fondi disponibile e un monitoraggio per reperire le risorse mancanti per far fronte ai fabbisogni. “E’ necessaria, urgente una svolta – conclude Sergio D’Angelo – Sollecitiamo un intervento del primo cittadino partenopeo per fare una dettagliata verifica delle scelte assunte a livello di bilancio per salvaguardare progetti nell’interesse degli utenti, delle famiglie e dei lavoratori del settore”.

Ciro Crescentini

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