Studenti in piazza: “Non siamo merce nelle mani delle aziende”

La scuola e l’università non devono essere asservite al profitto

Studenti  in piazza in tutta Italia, per una mobilitazione che coinvolge associazioni e collettivi studenteschi. Tra i motivi della protesta, le derive dell’alternanza scuola-lavoro ma anche le scarse risorse riservate all’istruzione pubblica e le condizioni dell’edilizia scolastica. Ai cortei indetti in 70 città i ragazzi si sono presentati  in “tuta blu” per protestare contro lo sfruttamento e per un’alternanza di qualità.

Questo è il primo sciopero contro l’alternanza scuola lavoro – dice Francesca Picci, coordinatrice nazionale dell’Unione studenti Chiediamo al ministero dell’Istruzione che fine abbia fatto lo statuto delle studentesse e degli studenti in alternanza scuola-lavoro e il codice etico per le aziende. Siamo stanchi di aspettare. Viviamo sulla nostra pelle i disagi di questo modello di alternanza scuola-lavoro, noi siamo studenti, non merce nelle mani delle aziende”.

In piazza  anche gli universitari per denunciare i mali dei tirocini-fruttamento. “Siamo stanchi di vedere i nostri percorsi di studi degradati a manodopera a basso costo per enti, privati e imprese – spiega Andrea Torti, coordinatore nazionale di Link Coordinamento universitario – Con la campagna Formazione precaria abbiamo lanciato un’inchiesta, con lo scopo di portare alla luce lo sfruttamento nei percorsi accademici”.

Servono maggiori risorse per istruzione e ricerca, dice Martina Carpani, coordinatrice nazionale di Rete della conoscenza, che aggiunge: “La scuola e l’università non devono essere asservite al profitto degli sfruttatori, semmai devono cambiare il mondo del lavoro. L’istruzione deve essere garantita a tutti abolendo il numero chiuso all’università e istituendo il reddito di formazione

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