Roma,  Rete scuole edili lancia appello al governo: “Il rilancio dell’edilizia può creare sviluppo e occupazione”

Necessario urgente un piano di investimenti pubblici per la messa in sicurezza del Paese

Il rilancio del settore dell’edilizia, comparto anti ciclico per eccellenza,  potrebbe alimentare un circuito virtuoso favorendo sviluppo e occupazione e una ripresa economica complessiva nel Paese.

Invece, il comparto vive una drammatica crisi.  Prosegue il calo delle attività delle costruzioni.

Nel primo semestre, secondo l’Osservatorio Casse edili del Sistema Bilaterale delle Costruzioni, il numero delle ore lavorate nel primo semestre 2017 è sceso del 3,7%rispetto allo stesso semestre del 2016. E’ quanto emerge dal Rapporto Formedil 2017 presentato oggi a Roma  dedicato a “Formazione e politiche per il lavoro in edilizia.
Oltre al calo medio delle ore ciò che va sottolineato è che lo stato di salute negativo del settore non ha dimensioni eguali rispetto alle diverse aree territoriali. Se infatti nel Nord Ovest il calo è dello 0.5% e nel Nord Est dell’1,7%, nel Centro sale al 2,4%, per raggiungere l’11,7% al Sud. In queste regioni il calo del numero degli operai ha sfiorato il 14% a fronte di un dato medio nazionale del 4,5%.

Da segnalare la crescita occupazionale, seppure dello 0,1%, nel Nord Est. Senza fine appare inoltre la
riduzione del numero delle imprese attive che nel primo semestre è stato mediamente del 4,6%, ma che al
Sud ha raggiunto l’8,3% e nelle Isole il 9,5%.

Le difficoltà dell’industria delle costruzioni viene confermata anche dai dati Istat sull’andamento dell’occupazione destagionalizzata che nel secondo semestre dell’anno in corso si è ridotta del 2,1%.

Considerato che nel Sistema Bilaterale delle Costruzioni si riconoscono soprattutto le imprese più strutturate orientate al mercato delle opere pubbliche il dato fa scopa con il forte ridimensionamento degli investimenti in opere pubbliche come sottolineato dal direttore del Cresme Lorenzo Bellicini: “una contrazione che è arrivata come una vera sorpresa anche rispetto alle azioni e alle risorse che sembravano essere disponibili.

Soprattutto ha colpito nel 2016 la frenata della spesa degli enti locali. Uno dei temi che va evidenziato risulta
essere quindi quello della capacità di spesa del settore pubblico, in un quadro tecnico e normativo più
complesso.
“E’ in questo contesto difficilissimo – ha sottolineato il Presidente del FORMEDIL, Massimo Calzoni – che il
Sistema Bilaterale delle Costruzioni, e nel suo ambito il Formedil, costituisce un saldo baluardo a garanzia di
una qualità e di una regolarità del settore. In questi anni difficili abbiamo cercato di offrire a migliaia di
lavoratori e tecnici la possibilità di conservare competenze che il mercato ha finito per mettere a rischio,
lavorando per allargare la formazione professionale e per la sicurezza.

Necessario, urgente un piano del governo per rilanciare il settore, un piano straordinario per garantire la messa in sicurezza del Paese. Un piano straordinario di massicci investimenti pubblici per garantire la manutenzione degli edifici pubblici e privati, il riassetto idrogeologico, il rifacimento delle rete fognarie e idriche, il restauro dei centri storici, il rilancio delle infrastrutture primarie.

Secondo il Rapporto Formedil i 103 enti che fanno parte del sistema hanno svolto nel 2016 12.514 corsi per
298.500 ore di formazione, coinvolgendo circa 150 mila allievi. L’investimento nell’anno è stato di 74 milioni, di questi il 67% sono stati contributi ricevuti dalle Casse edili, il 19% sono risorse pubbliche e un 13% di risorse private. Dal 2009 al 2016 il sistema che fa capo a Formedil ha formato oltre 1 milione e 141 mila tra operai e tecnici.

“Il contributo fornito dalla rete degli enti di formazione di SBC durante gli anni della gravissima crisi che ha colpito l’edilizia – ha sottolineato il vicepresidente del Formedil Francesco Sannino – è stato fondamentale a tenere insieme una community preziosa per il Paese. Soprattutto la formazione sulla sicurezza ha consentito di contenere infortuni e incidenti. Oggi quando purtroppo le statistiche ci evidenziano un’inversione di rotta dobbiamo aumentare il nostro impregno, senza tuttavia nasconderci come dietro queste morti e questi incidenti vi sia un mercato del lavoro poco trasparente e troppo spesso nei cantieri non si riscontrino condizioni contrattuali e di lavoro regolari.

Oggi diventa essenziale da un lato non abbassare la guardia sulla formazione in materia di sicurezza e dall’altro incrementare e rilanciare la formazione professionale, resa necessaria sia sul piano della cultura di base che di fronte all’evoluzione tecnologica destinata a caratterizzare l’edilizia del futuro. Fondamentale risulta poi puntare su un contratto unico di cantiere, strumento essenziale per evitare discriminazioni e anomalie che si ripercuotono nell’attività stessa di costruzione così come sul piano della sicurezza.”

All’evento era presente una compatta delegazione dei componenti degli enti bilaterali della Campania: Gianni Solimene(Avellino); Orlando Vitolo(Salerno); Angelo Nuzzolo(Benevento); Peppinpo Perretta(Caserta); Vito Troisi e Antonio Avallone(Salerno); Paola Marone, Rita Lucido e Annamaria Patierno(Napoli)

Significativo il commento di Paola Marone, presidente del Cfs, Centro Formazione e Sicurezza di Napoli: “In Cina il 62% della Tav  mondiale.  L’impresa di costruzioni cinese più grande ha un fatturato pari a tutte le imprese italiane. La competizione si vince investendo nella innovazione e nella qualità valorizzando adeguatamente le competenze e i patrimoni di professionalità”.

                                                                                                                           Ciro Crescentini

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