Apu Campania, rabbia in piazza: “Noi precari creati dalla politica, ci diano risposte”

La vertenza dei lavoratori di pubblica utilità, manifestazione sotto Palazzo Santa Lucia. Le accuse contro il concorsone regionale: “I 100 milioni destinati a posti non sicuri e sottratti ai nostri progetti”

Abbandonati e delusi dalle esperienze di pubblica utilità, sono tornati in piazza i lavoratori Apu, sotto Palazzo Santa Lucia. “Non molleremo di un millimetro” gridano. Per sei mesi impiegati negli enti locali della Campania, ad oggi nessuno ha trovato inserimento. Nemmeno a tempo determinato. “Ci siamo raccolti per manifestare e denunciare pubblicamente l’arroganza e la strafottenza di una politica miope che – spiega Giovanni Pagano, portavoce regionale Apu dell’Unione sindacale di base – non tiene assolutamente conto dei precari creati dagli stessi politicanti della regione, che ad oggi fanno di tutto per disconoscerci e spezzare qualsiasi richiesta di aiuto che da mesi stiamo urlando”. Sono 2600 in Campania, e aspettano risposte: finora invano. Recriminano contro il concorso della Regione, una spesa di 100 milioni di euro, destinati a “posti non sicuri” e “sottratti ai precari, a cui erano stati assegnati” dalla programmazione dei fondi europei 2014-2020. La promessa è di continuare le proteste “finché non si avvii un confronto serio e costruttivo con i vertici della regione Campania e con l’assessore Sonia Palmeri, che deve rispondere agli appelli del ministero dello sviluppo economico per avviare insieme una collaborazione e risolvere la nostra vertenza”. Sul banco degli accusati “una politica miope che toglie dignità e annulla qualsiasi fiducia” e si barrica “nei palazzi fregandosene delle disperazione”. Pagano mette nel mirino il governatore. “Siamo stati presi in giro due volte dal presidente Vincenzo De Luca e – dichiara – dalla sua giunta, che non hanno assolutamente preso a carico la questione dei precari Apu da loro stessi creati, sono tutti concentrati sul concorsone e sulle prossime regionali ma non non arretriamo, saremo nelle piazze affinché non venga discussa con serietà la vertenza”.

girobe

 

 

 

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