Rosario ha la leucemia, un farmaco può salvarlo ma serve la firma del ministro

Il ragazzo napoletano attende il via libera da Roma per la somministrazione di una medicina che cura le recidive. La richiesta inoltrata dai medici del Policlinico partenopeo

NAPOLI – C’è un farmaco americano in grado di salvare la vita a tanti malati di leucemia, un farmaco sperimentato, approvato, che gli  Stati Uniti donano in via compassionevole agli ospedali, anche agli ospedali italiani. E’ una medicina che si utilizza solo per gli aduti e a Napoli arriva al Policlinico e al Cardarelli. Ma arriva solo e soltanto se lo autorizza il ministro della Salute in persona, Beatrice Lorenzin.

Poi c’è Rosario, Rosario Fioretti, che ha 19 anni, che lotta con la leucemia dal 2012. Una leucemia violenta, invasiva, che non gli permette neanche di portare a termine i protocolli di cura perchè la chemioterapia gli provoca terribili effetti collaterali. Rosario ha dolori alle ossa che lo hanno costretto a letto, nella sua casa di via Filippo Rega, nella zona di Cariati al Corso Vittorio Emanuele.

Rosario aspetta il farmaco, aspetta il via libera del ministro, aspetta che arrivi ancora una speranza.

E con lui, l’aspetta la sua mamma Alessandra Trapanese.

“Mio figlio – spiega – è affetto da leucemia linfoblastica acuta, in una forma recidiva. Abbiamo dovuto sospendere le terapie chemioterapiche e non ci rimane che una ultima speranza che si chiama Blincyto, una medicina che ha ottenuto successo nelle forme recidivanti resistenti”.

Per potere ottenere questa somministrazione, che si effettua per tre cicli da 28 giorni in endovenosa 24 ore su 24, Alessandra e Rosario hanno abbandonato le cure dei medici del reparto di pediatria del Pausillipon e si sono affidati a quelle dei dottori del Primo policlinico, in particolare al dottor Fabrizio Pane, che ha inoltrato la richiesta lo scorso 10 dicembre.

” Mio figlio, così come tanti altri pazienti, – spiega Alessandra – ha diritto ad un’ultima possibilità che va oltre ogni questione di protocollo. Rosario non ha più tempo! Manca una firma, un’approvazione per poter cominciare questa terapia che, ripeto, potrebbe essere l’unica speranza. Non toglietemi anche questa”.

Barbara Tafuri

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest