Napoli Sotterranea, tanti giovani senza contratto. Albertini: “Falso”

L’azienda non applica il contratto nazionale di lavoro. La replica: “Calunnie gravi, adiremo le vie legali”

Bufera su ‘Napoli Sotterranea’. I lavoratori sarebbero stati  assunti senza contratto e utilizzati come guide turistiche a basso costo, salari al di sotto degli standard previsti dal contratto nazionale di lavoro del settore commercio e turismo. E’ quanto emerge da una denuncia presentata dalla Camera popolare del lavoro del centro sociale Ex Opg di Napoli. Diffuso anche un video su Youtube.

“L’amministrazione di Napoli Sotterranea, una associazione culturale , ha spesso evitato di regolarizzare i propri dipendenti facendoli figurare come volontari di una organizzazione che formalmente non si propone fini di lucro, ma che in realtà risulta essere una vera e propria impresa, con altissimi profitti: ogni giorno decine di visitatori pagano un biglietto per l’ingresso – spiega in una nota la Camera popolare del  lavoro – In poche parole, Napoli sotterranea sfrutta il lavoro nero. I lavoratori e le lavoratrici di Napoli sotterranea che si sono rivolti allo sportello legale della Camera popolare del lavoro hanno denunciato la loro condizione: nessun contratto, paghe bassissime, niente contributi né assicurazione. Il primo passo è stato quello di trasformare la denuncia in una rivendicazione formale: sono state già avviate le pratiche legali per ottenere il riconoscimento di quanto dovuto ai lavoratori”.

 

 

Eppure, grazie all’alto costo dei biglietti d’ingresso e alla massiccia presenza di turisti, i profitti sarebbero consistenti.

“Abbiamo ragione di credere che l’impero commerciale di Napoli sotterranea sia stato costruito andando contro tutti i diritti e le garanzie poste dalla legge a tutela dei lavoratori, e abbiamo deciso di denunciarlo pubblicamente, anche per dare coraggio a chi si trova nella stessa condizione del lavoratori di Napoli sotterranea e non sa come reagire, o si sente isolato- continua la nota della camera popolare del lavoro –  Infatti, sappiamo, che Napoli sotterranea è solo uno dei tantissimi esempi di esercizi turistici e commerciali che sfruttano lavoro nero e manodopera a basso costo; sappiamo che il cosiddetto “boom turistico”, di cui la città di Napoli è protagonista, nasconde spesso condizioni di lavoro molto al di sotto degli standard di tutela prescritti dalla legge; sappiamo che i vantaggi economici dell’ondata di visitatori a Napoli sono privilegio di pochi, proprietari di hotel, ristoranti, luoghi di attrazione e non certo di coloro che vi lavorano, senza contratto, senza orario, e per pochi soldi”.

Aumentano i turisti ma non i lavori buoni e pagati contrattualmente

“Proprio a partire da questa convinzione abbiamo avviato un percorso di rivendicazione giuridica e, al contempo, di mobilitazione contro lo sfruttamento del lavoro nero e grigio – conclude la nota della Cpl –  Insieme ai lavoratori che si sono rivolti alla Camera popolare del lavoro e al nostro sportello legale abbiamo dato avvio a una campagna cittadina per mettere sotto gli occhi di tutti quello che, troppo spesso, si fa finta di non vedere”.

 

PANINI: “IL VIDEO E’ UN PUGNO NELLO STOMACO” – “Il video denuncia diffuso oggi dalla Camera Popolare del Lavoro dell’Ex OPG “Je so’ Pazzo” di Napoli sulle condizioni “lavorative” di quanti operano in un punto della Città noto internazionalmente è un autentico pugno nello stomaco». Lo dichiara l’Aasessore al Lavoro del Comune di Napoli, Enrico Panini, commentando la denuncia sulle condizioni di lavoro a Napoli Sotterranea.
Il video “denuncia, con un lavoro di inchiesta meritorio, una faccia del grande boom turistico della città che – sostiene Panini – nega i diritti e non applica i contratti di lavoro. Stiamo parlando delle condizioni di cittadinanza garantite dalla nostra costituzione.Tutto ciò non in un punto secondario della crescita turistica, e comunque sarebbe stato inaccettabile, ma in un luogo visitato da migliaia di persone ogni giorno. Chiediamo alla proprietà un ripensamento profondo della propria pratica ed agli organi preposti di intervenire per ripristinare la Costituzione”.

NAPOLI SOTTERRANEA: “FALSO, QUERELIAMO” – Alla denuncia reagisce Napoli Sotterranea. Come riporta il Corriere del Mezzogiorno, il manager Enzo Albertini commenta: “È molto grave che certe calunnie viaggino su Internet e ho già dato mandato ai miei legali. Non siamo una onius ma un’associazione culturale che non percepisce contributi. Questi ragazzi sono appunto volontari o tirocinanti, se l’assessore al Lavoro ritiene che non possano più farsi stage e formazione si può riflettere, intanto chieda al collega alla Cultura chi è Albertini: su richiesta di Nino Daniele abbiamo finanziato, a “Napoli Sotterranea”, “I Cravattari” di Calvino, un’iniziativa socialmente importante in questa città sotto usura”. “Siamo abituati a questi attacchi – aggiunge Albertini – già con Le Iene, ma al di là della banale concorrenza siamo in tre ad aver fatto scoprire al mondo i sotterranei di Napoli, io con le mie cinque pagine sulla Smithsonian di Washington, e siamo tutti persone perbene. I nostri visitatori sono 40-50 mila all’anno e siamo a posto con l’Agenzia delle Entrate che ci ha fatto visita un anno e mezzo fa; ho la concessione del Demanio. Facciamo formazione culturale e questi ragazzi collaborano quando vogliono con un piccolo rimborso spese, qualcuno se ne è andato scontento, si vedrà, ma ci dobbiamo mettere d’accordo: voi mandate stagisti e questi sono maltrattati in quanto tali? Siamo ben lieti di capire. Ma attenzione, è grazie ad Albertini se abbiamo il turismo nel centro antico di Napoli, abbiamo sempre detto: cari ragazzi qui state vivendo una esperienza, siete qui come volontari e questa esperienza vi deve gratificare”.

                                                                                                                                Ciro Crescentini

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