Benevento: sequestro preventivo di gazebi e tavolini di sei bar del centro

Le strutture erano state realizzate in aree sottoposte a tutela monumentale

Sequestrato preventivo di alcune strutture (gazebi e dehors) installati negli spazi antistanti a sei pubblici esercizi ubicati nel centro storico di Benevento, da parte del personale del Nucleo CC Tutela Patrimonio Culturale di Napoli su decreto emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento, su richiesta di magistrati della Procura della Repubblica di Benevento. Il sequestro delle strutture è avvenuto questa mattina, i militari hanno anche denunciato i titolari e rappresentanti legali delle attività per reati di tutela indiretta e paesaggistica previsti dal Codice dei Beni Culturali. Il sequestro è la conseguenza dell’indagine partita dopo una segnalazione fatta alla Soprintendenza Archeologia belle Arti e Paesaggio, nella quale si denunciava la realizzazione di una struttura amovibile in area ricadente nel centro storico del Comune – sottoposto a tutela monumentale – in assenza della prescritta concessione della competente Soprintendenza. Nel corso delle indagini e con l’acquisizione documentale effettuata dagli operanti, gli inquirenti sono riusciti ad accertare che i titolari di sei esercizi pubblici avevano realizzato alcune strutture insistenti sulle aree ricadenti in zone soggette a vincolo di tutela ai sensi dell’articolo 10 comma 4 lettera g, in quanto spazi urbani di interesse artistico e storico, in assenza delle prescritte autorizzazioni. Dagli accertamenti investigativi è emerso che i titolari degli esercizi pubblici in oggetto avevano richiesto “parere per l’occupazione di suolo pubblico con arredi” ottenendo però dalla Soprintendenza, parere negativo con invito “a rimodulare la proposta di installazione in conformità con le indicazioni fornite” e successivamente, in assenza dell’adeguamento intimato, un nuovo parere negativo in considerazione dell’impatto che le strutture realizzate hanno sulle aree sottoposte alla tutela. Il decreto di sequestro, con facoltà d’uso per 45 giorni, termine ultimo per i titolari di munirsi delle autorizzazioni prescritte, è apparso necessario visto che gli indagati, nonostante il parere negativo, non avevano adeguato le strutture realizzate.

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