Vittima amianto, condannato Ministero della Difesa

Soddisfazione delle associazioni civili e di rappresentanza sociale

Il Tribunale di Roma, Sezione Lavoro, con il giudice Ottavio Picozzi, ha emesso una sentenza di condanna a carico del Ministero della Difesa perché tutti i danni subiti dalla vedova e dall’orfana di S.A., morto a Roma a 55 anni per un mesotelioma pleurico sinistro in seguito ad esposizione professionale ad amianto avvenuta nel periodo di servizio nella Marina Militare, siano indennizzati anche con il riconoscimento di vittima del dovere con equiparazione alle vittime del terrorismo.

L’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto e legale delle parti civili, esprime soddisfazione e spiega: “E’ una sentenza storica di un giudizio nel quale è stato accertato, come per altre migliaia di militari, che la vittima aveva svolto compiti operativi con esposizione a polveri e fibre di amianto in assenza totale di cautele, tra cui l’aspirazione delle polveri, o la dotazione di maschere protettive”.

Questa condanna arriva, spiega Bonanni, “dopo l’inspiegabile assoluzione due giorni fa nel processo Marina bis “perchè il fatto non sussiste”, di otto ammiragli della Marina Militare imputati a Padova in netto contrasto, tra l’altro, con gli ultimi arresti giurisprudenziali della Suprema Corte di Cassazione che nel primo filone del processo contro i vertici della Marina Militare (che vede al suo centro i medesimi imputati), con la sentenza emessa dalla III sezione nel novembre 2018 ha annullato la sentenza assolutoria emessa dalla Corte d’Appello di Venezia” con rinvio per nuovo giudizio”.

C’è da chiedersi – sottolinea il presidente dell’ONA – perché, alla luce delle continue vittorie in sede civile, le vittime siano ancora costrette a far causa allo Stato perché vengano riconosciuti i loro diritti. Continuiamo ad assistere ad un ostinato atteggiamento di chiusura dei vertici della Marina Militare”.

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest