Reddito di Cittadinanza e Formazione: in campo gli Enti Bilaterali

Gli organismi paritetici gestiti dalle organizzazioni sindacali e imprenditoriali a supporto di centri per l’impiego

Gli enti bilaterali  e i Fondi interprofessionali gestiti pariteticamente dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dalle associazioni imprenditoriali potranno gestire la formazione finalizzata al lavoro in favore dei beneficiari del reddito di cittadinanza. E’ quanto prevede l’articolo 8 comma 2 della bozza di decreto in fase di redazione al Ministero del lavoro.   avranno una corsia preferenziale per sfruttare il “business” del reddito di cittadinanza. Gli enti bilaterali e i fondi professionali possono stipulare un “Patto di Formazione” presso i centri per l’impiego e i soggetti privati accreditati per garantire ai beneficiari del reddito di cittadinanza un percorso formativo o di riqualificazione professionale, se  a seguito del percorso formativo il beneficiario del reddito di cittadinanza ottiene un lavoro, coerente con il profilo formativo, gli Enti bilaterali e i Fondi interprofessionali ottengono un contributo, anche sotto forma di sgravio contributivo, pari alla metà della differenza tra 18 mesi, e i mesi già usufruiti dal beneficiario di Reddito di Cittadinanza. Comunque non inferiore a 5 mesi. L’altra metà viene percepita dal datore di lavoro che assume il beneficiario. Ai fini del beneficio per il datore di lavoro, l’assunzione deve essere a tempo indeterminato e nei primi 24 mesi il beneficiario non può essere licenziato senza giusta causa o giustificato motivo. L’affidamento ai privati della gestione della formazione professionale finalizzata richiederanno controlli mirati da parte degli organismi di vigilanza anche perchè non è detto che alcune associazioni imprenditoriali non decidano di attrezzarsi direttamente con soggetti privati formativi, giusto per utilizzare i soldi del reddito interamente in famiglia, sia sotto forma di gravi fiscali, sia selezionando la manodopera necessaria. Un ruolo fondamentale dovrebbe essere svolto dalle organizzazioni sindacali di categoria dei lavoratori presenti con i loro rappresentanti negli organismi di gestione degli enti bilaterali per promuovere iniziative insieme alle istituzioni territoriali per favorire una buona formazione e offerte di lavoro di qualità. E non solo. Andrebbero organizzati ‘piani formazione e di aggiornamento” dei dipendenti degli Enti Bilaterali anche per rendere efficace il lavoro di collaborazione e di supporto con i Centri per l’Impiego.

Cosa sono gli Enti Bilaterali – Gli enti bilaterali Sono enti privati costituiti dalle associazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro di una determinata categoria professionale. Sono costituiti liberamente, di solito in attuazione di previsioni del contratto collettivo. Sono paritetici, nel senso che i rappresentanti dei lavoratori e quelli dei datori di lavoro sono in numero eguale tra loro. Esprimono una concreta ed efficace forma di collaborazione tra capitale e lavoro, indicativa della tendenza al superamento del modello esasperatamente conflittuale. Hanno diversi scopi: mutualizzazione di obblighi retributivi (per esempio, mensilità aggiuntive, ferie) per lavoratori che cambiano spesso datore di lavoro (per esempio, nell’edilizia); formazione professionale; sicurezza del lavoro; prestazioni assistenziali. Da qualche anno la legge ha iniziato a promuovere il ruolo degli enti bilaterali, riconoscendogli compiti relativamente al mercato del lavoro, alla formazione professionale, all’assistenza della volontà delle parti nella stipulazione dei contratti e nella disposizione dei diritti. Il rilancio degli enti bilaterali potrebbe essere una delle soluzioni alla crisi attuale. La capacità delle parti sociali, aziende e sindacati, di individuare soluzioni concrete deve prevalere sugli interessi di parte e le posizioni ideologiche.

 

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