Napoli, la rabbia degli studenti universitari contro la divisione del Paese

Autonomia differenziata: “Così si distrugge Sud e Costituzione”. É il tema  del convegno che si è svolto oggi all’Università degli Studi Federico II con Proteo Fare Sapere e Udu, Unione degli Universitari 

Un appello al Governo e alla Regione alla vigilia della consegna delle richieste di competenze che la Campania ha intenzione di avanzare in materia di autonomia differenziata, affinchè si “fermino le macchine e si prenda il tempo per affrontare una tematica così complessa sulla quale i padri costituenti hanno impiegato tempo e che ora si vuole liquidare in poche settimane». A lanciarlo è stato il segretario generale della Flc Cgil CampaniaAlessandro Rapezzi, aprendo i lavori del convegno “Autonomia differenziata: no all’autonomia delle disuguaglianze, essere cittadini di un Paese e non di una Regione” promosso insieme a Proteo Campania e Udu nell’aula Pessina della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Federico II di Napoli.”In tema di diritto allo studio, il Paese e’ già diviso in due parti: al Nord vengono coperte tutte le borse mentre al Sud esiste ancora il problema degli idonei non beneficiari, con una grave violazione degli articoli costituzionali sul diritto allo studio”– afferma  Enrico Gulluni  coordinatore nazionale dell’Udu, Unione degli Universitari, una delle realtà del mondo accademico che, dal Mezzogiorno, ha deciso di dichiarare guerra al percorso verso l’autonomia differenziata. L’Udu ha organizzato oggi un dibattito nella sede centrale della Federico II di Napoli, chiamando docenti, costituzionalisti, sindacati e istituzioni a sedersi a un tavolo per condividere con gli studenti le perplessità rispetto a un progetto “che si propone di spaccare il Paese, aprendo un solco in Italia che rischia di non colmarsi piu’“, dice Golluni. Secondo l’Udu l’Italia si muove gia’ a due velocita’ “e lo sviluppo e’ gia’ differenziato. Basta guardare le due riforme che hanno smantellato l’istruzione pubblica nel nostro Paese: mentre al Nord – precisa il coordinatore dell’Unione degli Universitari – assistiamo a una ripresa, il Sud continua a cadere a picco e diminuiscono il numero di iscritti alle universita’ del Meridione. Con l’autonomia differenziata continueremo a creare eccellenze lanciando indietro, pero’, chi e’ in difficolta’ e non riesce ad emergere“.

Nel corso del dibattito alla Federico II si e’ parlato anche della controproposta di autonomia lanciata dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che ha lanciato l’idea di indire un referendum per Napoli citta’ autonoma. Anche su questo gli studenti si trovano in disaccordo con l’istituzione comunale perche’ “la soluzione ai problemi della citta’ – dice Raffaele Dubbioso, studente napoletano componente dell’esecutivo nazionale dell’Udu – non e’ trattenere risorse derivanti dalle imposte all’interno della citta’. Per recuperare il gap che abbiamo rispetto a sanita’, diritto allo studio e mobilita’ serve lo Stato. Quando a livello nazionale saranno messi in campo gli strumenti per migliorare le condizioni di Napoli e del Sud potremo parlare di sviluppo con l’autonomia. Ma non e’ certo decantandola questa autonomia che si fa ripartire il Sud e neanche Napoli. Non ne abbiamo bisogno”. Come ha spiegato il professor Gianfranco Viesti, direttore del dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Bari «non ci troviamo di fronte all’attuazione dell’articolo 116 della Costituzione che prevede qualche competenza in più alle Regioni, ma si vuole riscrivere l’articolo 117 che ridisegna tutte le competenze in capo alle Regioni. Il punto – ha spiegato Viesti in un videomessaggio proiettato durante il dibattito – è che per finanziare tutte queste grandi competenze, Veneto e Lombardia hanno chiesto di avere più risorse di quante ne hanno avuto a disposizione fino ad oggi. Si tratterebbe di consentire un finanziamento molto maggiore in base al criterio di determinazione parametrato in base alla ricchezza delle singole regioni. Se – ha chiarito Viesti – si danno più risorse alle regioni più ricche di conseguenza ce ne saranno di meno per finanziare i servizi a quelle del Sud, ledendo i principi costituzionali che garantiscono solidarietà e pari diritti per tutti i cittadini”.

Secondo  il segretario generale della Cgil CampaniaNicola Ricci, per il quale il tema del regionalismo differenziato «rappresenta un problema serio per la Campania perché su settori strategici come sanità, trasporti ed istruzione, la nostra regione ne risentirà gli effetti in maniera negativa, perché sono servizi che non vengono garantiti a tutti. Non comprendiamo – ha sostenuto Ricci – l’attacco violento di De Luca al Governo nel chiedere 13 competenze. Aspettiamo di conoscerne i dettagli anche se crediamo che non sia un progetto sostenibile dal momento che la Campania è già al massimo del prelievo fiscale ed un aumento di gettito non porterà nuove risorse per finanziare i servizi ai cittadini. Anzi – ha avvertito Ricci – corriamo il rischio che la prossima manovra finanziaria regionale andrà ad incidere su imu, addizionale regionale e comunale con ricadute pesanti sui cittadini che pagheranno di più per avere di meno”. 

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