La Cgil con de Magistris: No al dissesto, subito incontro con il governo

Il sindaco pubblica un post su Facebook: “rischiamo tagli per 150 milioni di euro, a rischio i servizi essenziali”

I vertici nazionali della Cgil funzione pubblica scendono in campo contro il rischio dissesto del Comune di Napoli schierandosi sostanzialmente in favore del governo cittadino guidato dal sindaco Luigi de Magistris. ” Subito un confronto con governo, Comune di Napoli e Anci sul rischio dissesto che investe il capoluogo partenopeo, in seguito al provvedimento assunto dalle Sezioni Riunite della Corte dei Conti sul ricorso presentato dal Comune, con la magistratura contabile che ha confermato lo sforamento dei conti del Comune nel 2016 – chiede la Cgil funzione pubblica, una riunione per individuare tutte le soluzioni necessarie,  salvaguardare le condizioni di lavoro del personale in servizio ed evitare misure di contenimento che possano ostacolare le assunzioni necessarie alla garanzia di servizi ai cittadini”.

Per la Fp Cgil nazionale “non sfugge a nessuno il rischio cui vanno incontro la città e i suoi cittadini, ma soprattutto i lavoratori che, oltre a rivestire tale ruolo, sono a loro volta cittadini, quindi saranno costretti a subire due volte le conseguenze negative di un eventuale dissesto”. Il sindacato si dichiara “al fianco della città e di chi la difende, con dignità e nell’interesse della collettività”, ma avverte che “non farà sconti a chi ritiene di poter gestire in solitudine problemi che ormai investono gli interessi collettivi e il bene comune”.

La Funzione pubblica si aspetta che “chi rappresenta l’amministrazione comunale apra un immediato confronto con tutte le organizzazioni sindacali, ricordando che da sempre ci siamo dichiarati pronti a offrire un contributo, sempre caparbiamente rifiutato, alla risoluzione dei problemi che ormai da troppo tempo affliggono cittadini e lavoratori”. Ora, continua il sindacato, “visto il peso che questa situazione di criticità avrà nell’equilibrio complessivo del comparto, riteniamo che, parallelamente al confronto locale, ci debba essere un necessario confronto con i diversi livelli di governo interessati. La condizione di emergenza richiede un intervento straordinario che sterilizzi le conseguenze che potrebbero ricadere sul personale dipendente del comune di Napoli”.  Un grande e significativo apertura all’amministrazione di Palazzo San Giacomo. Un atto di grande responsabilità e di autonomia sindacale in difesa degli interessi collettivi.  Sulla vicenda Cr8, il sindaco Luigi de Magistris  è arrabbiatissimo. La sentenza della Corte dei Conti, i ritardi del governo nazionale potrebbero determinare effetti devastanti per la Città, ulteriore taglio dei servizi e delle attività sociali. Oggi il primo cittadino ha scritto un lungo post su Facebook:

“Sono troppo indignato in questi giorni. Non riesco a trovare pace per questa ulteriore ingiustizia che si è abbattuta come una pietra istituzionale sulla nostra Città. Ho ereditato sette anni fa una città sostanzialmente in dissesto: senza soldi, sommersa da debiti, invasa dai rifiuti, profondamente depressa, travolta dalla questione morale e dall’intreccio tra affari, politica e camorra.  Ci siamo caricati una croce quasi impossibile da sopportare. Tra le infinite cose che abbiamo dovuto affrontare abbiamo lavorato tantissimo sulla finanza locale, sui conti, sui bilanci. Più superavamo ostacoli e più ce li mettevano. Come un video gioco istituzionale crudele. Per far male a noi, alla città, ai suoi abitanti. Per farci andare in dissesto, senza avere il coraggio di ammetterlo. Hanno cambiato leggi mutando le carte in tavola, hanno tagliato trasferimenti, messo gabbie normative e finanziarie, ci hanno impedito di assumere, di investire, di amministrare. Non abbiamo mai mollato, perché amiamo Napoli e sappiamo di essere dalla parte della Giustizia e della legalità costituzionale. A

bbiamo eliminato consulenze esterne, tutti gli sprechi, le spese inutili. E quando ormai non sanno più come diavolo fare per fermare la rivoluzione napoletana, sapendo che finalmente possiamo accelerare avendo risanato i conti, ti fanno cadere addosso due meteoriti istituzionali. Il primo meteorite è un debito di circa cento milioni contratto dallo Stato nel 1981 con il commissariamento post-terremoto (cd. CR8). Il secondo meteorite è un debito di circa sessanta milioni del commissariamento dello Stato sull’emergenza rifiuti di circa dieci anni fa (cd. UTA). Il primo debito ha già prodotto da un anno il blocco delle casse del Comune di Napoli con il pignoramento operato dal creditore. Andiamo avanti, garantendo i servizi minimi, grazie alle anticipazioni di cassa con cui si pagano interessi al tesoriere (che ci guadagna). Per ottenere un parziale sblocco del pignoramento al fine di non morire abbiamo anche anticipato una parte del debito dello Stato. Il Governo si è impegnato per giovedì, dopo mesi e mesi di incontri, scontri e lotte (da ultimo in piazza a Montecitorio), ad intervenire affinché si possa definire la questione del debito e del pignoramento. Vediamo se è la volta buona. Ma non finisce qui perché nel frattempo la Corte dei Conti – per questi debiti che non ci appartengono per nulla e che correttamente abbiamo gestito nel redarre il bilancio in contestazione – ci applica, con un provvedimento infondato ed ingiusto, la sanzione. Avremo, quindi, un taglio dei trasferimenti pari alle somme che lo Stato non ha pagato per i due debiti. Quindi dobbiamo pagare noi allo Stato la somma che lo Stato non ha pagato.

È il gioco delle tre carte sulla pelle dei cittadini napoletani. Poi ci saranno anche altre sanzioni, tutte da applicarsi nel 2019: divieto di fare investimenti, divieto di assumere ed altro ancora. Noi che abbiamo ripulito la città dai rifiuti, dalla politica inquinata, dai bilanci truccati, dobbiamo pagare per debiti dello Stato contratti nelle due stagioni più permeate dall’intreccio affari, politica e camorra: il post-terremoto e l’emergenza rifiuti. Come a dire che i ladri rimangono impuniti e le guardie pagano. Un mondo alla rovescia. Una ingiustizia enorme e violenta. La politica delle mazzette e delle collusioni opera impunita (allora come ora, vedi inchiesta fanpage) e noi che puliamo le istituzioni dobbiamo pagare. Hanno sporcato Napoli con i rifiuti ed oggi ci fanno pagare la sporcizia materiale e morale che noi abbiamo pulito con le nostre mani provate, come i nostri corpi, da lavoro e fatica. È una vergogna senza fine. Questi sono i fatti, sinteticamente illustrati perché ci sarebbe tanto altro da aggiungere. Non credo siano tutte coincidenze. Ma questa è un’opinione, fondata però su fatti e, quindi, non è un’illazione. Gli obiettivi da raggiungere subito sono due. Eliminazione immediata del pignoramento perché siamo rimasti senza acqua, pane ed ossigeno. E su questo fondamentale è l’impegno che si è assunto il Presidente del Consiglio. In settimana si deve chiudere questa partita. Secondo obiettivo: necessaria una legge sul debito storico, illegittimo ed odioso nei confronti della popolazione. Non possiamo pagare sanzioni incostituzionali ed ingiuste. Ci vuole una legge, subito. Parte, quindi, una mobilitazione senza precedenti con azioni che stiamo preparando affinché il prossimo Parlamento intervenga immediatamente a sanare una ferita che rischia di costare sangue sociale a cittadini incolpevoli. Si incide sulla pelle viva dei cittadini, sui bisogni, sui diritti. Non lo consentiremo.

Togliere circa 150 milioni dal bilancio dall’anno 2019 significa non poter offrire servizi migliori agli abitanti della nostra città. È un macigno in grado di produrre una macelleria sociale diffusa e profonda. Non si rischia il dissesto formale solo perché abbiamo realizzato in sette anni azioni senza precedenti per mettere in sicurezza il Comune. Perché vogliono far pagare – con questo ennesimo assalto – alla nostra città, ai napoletani e a chi la governa un prezzo così manifestamente ingiusto ed odioso per debiti di quaranta e dieci anni fa? Credo che tutti hanno capito. Abbiamo rotto il Sistema e la Città è arrivata troppo in alto senza soldi e con ostacoli altissimi e durissimi. Hanno il timore che saliamo in testa volando sempre più in alto. Se ti attaccano con questa violenza scatta il diritto alla resistenza, se vogliono colpire ed affondare una città, i suoi abitanti ed i suoi rappresentanti democraticamente eletti scatta anche il diritto al contrattacco. Lotteremo fino a quando sarà necessario per un unico risultato: la Vittoria!”

                                                                                                                                         Ciro Crescentini

 

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