I lavoratori di Città della Scienza: “Vogliamo una svolta, nessun ritorno al passato”

Riceviamo e pubblichiamo integralmente un documento firmato dall’assemblea generale lavoratori Filcams Cgil di Città della Scienza di Bagnoli

 

In questi giorni continuiamo a leggere notizie inesatte e tendenziose su Città della Scienza, i suoi lavoratori e la reali cause che hanno portato al commissariamento della struttura.

Ad esempio spiace continuare a leggere dichiarazioni del dottor Guerra sulla Fondazione Idis prive di fondamento.

Il Dr Guerra afferma che il CdA non è stato commissariato, lo invitiamo a rileggersi la delibere di giunta n. 735 del 27/11/2017, e si renderà conto che afferma cose non vere. il dottor Guerra, inoltre, ha ragione quando si preoccupa di essere chiamato a rispondere dei disastri finanziari della Fondazione, infatti è potere del CdA predisporre i bilanci preventivi e consuntivi e, se questi presentano anomalie, il CdA ne è responsabile. Lo invitiamo anche a rileggersi le deleghe del Segretario Generale, che istruisce per conto del CdA le proposte di bilancio (oltre a gestirlo). D’altro canto non è esente da responsabilità un’anomala Assemblea dei Soci – in cui, tranne la Regione, nessuno rischia un euro, ma decide le sorti di un’istituzione come la Fondazione Idis – che ha il potere di discutere e approvare i bilanci.

Anche per questo i lavoratori e le loro rappresentanze non celano affatto la propria soddisfazione per aver ottenuto il commissariamento e aver neutralizzato il passato CdA che, vale la pena ricordarlo, fino al 20 luglio 2017 sembrava non accorgersi della crisi già in atto, salvo poi essere pronto a sostenere le misure di tagli agli stipendi e al personale perorate dall’allora segretario generale Vincenzo Lipardi, come forma di ricatto nei confronti della Regione.

Il Dr. Guerra, ed ogni persona onesta e ragionevole, converrà che vi è stata una gestione fallimentare e scellerato della cosa pubblica. In un’azienda, degna di questo nome, coloro che si sono resi colpevoli di un disastro economico e finanziario, chi in meno di dieci anni è stato colpevole di portare i debiti a oltre 13 milioni, chi ha fatto volatizzare altri 15 milioni dell’assicurazione destinati alla ricostruzione, chi ha chiuso il bilancio 2016 con un indebitamento superiore alle più rosee aspettative, non merita di gestire un’azienda che si mantiene, in prevalenza, sui soldi dei contribuenti. In un’azienda “seria” i responsabili di tali fatti sarebbero stati espulsi, senza se e senza ma. Ci auguriamo che al più presto il Commissario renda pubblico con dati certi questo disastro, in modo da porre fine a questo stillicidio le cui conseguenze pesano tutte sulle spalle dei lavoratori.

A tale proposito l’articolo scritto sul Corriere del Mezzogiorno dal capo dell’ufficio stampa della Svimez –  un interlocutore non proprio super partes , visto che si tratta dell’ente di cui è presidente Adriano Giannola –  e apparsa sul Corriere del Mezzogiorno, pure desta forti perplessità per le clamorose inesattezze riportate: il Commissario non poteva sostenere, e non ha sostenuto, che “sulle pesanti perdite che presenterà il bilancio 2016 ha influito la sostanziale chiusura di un mese e mezzo della Fondazione”,questo perché lo sciopero di 40 giorni dei lavoratori è avvenuto a fine 2017. Uno sciopero che ha inciso per minima parte anche sulle perdite del 2017 poiché la struttura versava già in una condizione pietosa per esposizione debitoria e finanziaria e i lavoratori avevano 8 stipendi arretrati.

Non è vero poi che qualcuno, men che meno i lavoratori e il sindacato, sosteneva un’improbabile ipotesi di regime in house per Città della Scienza. Queste sono le menzogne dell’ex segretario generale, basta andare a vedere comunicati e documenti di questi ultimi mesi.

In quanto alle presunte divisioni tra “gruppi di lavoratori” qui e là accennate,  anche in questo caso da fonti certamente non imparziali, se questi signori avessero davvero contezza delle nostre assemblea e della nostra mobilitazione non potrebbero negare l’evidenza che c’è solo una divisione: l’ottanta per cento dei lavoratori che ha chiesto e ottenuto il commissariamento e un gruppo di quadri e dirigenti, legati alla passata gestione, che tutt’ora ostracizza la possibilità di un nuovo corso.

Da tutto ciò emerge che esiste un sistema fatto di una fitta rete di relazioni che evidentemente cerca di stemperare se non occultare una situazione di cui si dovranno chiarire quantomeno le responsabilità politiche e amministrative e di cui, fino ad oggi, pagano le conseguenze i lavoratori di Città della Scienza.

I lavoratori ribadiscono che non hanno fatto 40 giorni di sciopero e sacrifici immani perché tutto ritorni come prima; anche se abbiamo di fronte avversari potenti ed abili nell’accreditarsi presso stampa e decisori politici non cederemo di un millimetro per la salvezza e la rinascita di Città della Scienza, ed il futuro del nostro lavoro.

 

 

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