Governo, Salvini apre la crisi. Di Maio: “Prima la taglia parlamentari, si può fare ora”

Il capo leghista vuole le urne a ottobre: “Andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c’è più una maggioranza, come evidente dal voto sulla Tav e dai ripetuti insulti a me e alla Lega da parte degli ‘alleati’”. Il vicepremier grillino: “Noi siamo pronti, della poltrona non ci interessa nulla, ma una cosa è certa: quando prendi in giro il Paese e i cittadini prima o poi ti torna contro”. Mattarella vede Conte e Fico

Governo, Salvini apre la crisi con un comunicato di cinque righe. “Andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c’è più una maggioranza, come evidente dal voto sulla Tav, e restituiamo velocemente la parola agli elettori”. L’annuncio del capo leghista, dopo un’ora di colloquio con il premier Conte. “Non vogliamo poltrone o ministri in più, non vogliamo rimpasti o – spiega Salvini – governi tecnici: dopo questo governo (che ha fatto tante cose buone) ci sono solo le elezioni. L’ho ribadito oggi al presidente Conte: andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c’è più una maggioranza, come evidente dal voto sulla Tav e dai ripetuti insulti a me e alla Lega da parte degli ‘alleati’, e restituiamo velocemente la parola agli elettori”. Salvini ha fretta, vuole il voto a ottobre. “Le vacanze – aggiunge – non possono essere una scusa per perdere tempo e i parlamentari (a meno che non vogliano a tutti i costi salvare la poltrona) possono tornare a lavorare la settimana prossima, come fanno milioni di Italiani”. Lo strappo leghista era nell’aria. Per questo Mattarella ha incontrato Conte all’ora di pranzo, e poco dopo il presidente della Camera, Roberto Fico.

A Salvini risponde Di Maio. “Qualcuno vuole che il governo cada oggi, 8 agosto. Bene – scrive sui social il capo politico dei 5 stelle-, noi siamo pronti, della poltrona non ci interessa nulla e non ci è mai interessato nulla, ma una cosa è certa: quando prendi in giro il Paese e i cittadini prima o poi ti torna contro. Prima o poi ne paghi le conseguenze”. Di Maio sente puzza di bruciato. La crisi di governo può azzoppare una delle riforme chiave del programma pentastellato. “C’è una riforma a settembre, fondamentale, che – ricorda – riguarda il taglio definitivo di 345 parlamentari. E’ una riforma epocale, tagliamo 345 poltrone e facciamo risparmiare agli italiani mezzo miliardo in 5 anni. Soldi che possono essere usati per le scuole, gli ospedali, le strade e non per gli stipendi dei politici”. “Per tornare al voto – aggiunge – bisogna comunque passare per il Parlamento. Una volta che si passa per il Parlamento e si riaprono le camere, cogliamo anche l’opportunità per fare subito questa riforma, senza aspettare settembre.
Domani scadono i tre mesi necessari dall’ultimo voto già espresso alla Camera dei Deputati, quindi ogni finestra è buona per approvare la legge e rendere il Parlamento più efficiente e meno affollato. Poi ridiamo subito la parola agli italiani”. Il vicepremier grillino lancia un “appello a tutte le forze politiche: votiamo il taglio di 345 poltrone e poi voto. Noi non abbiamo paura. Noi pensiamo a fare quello che la politica non ha mai avuto il coraggio di fare!”. 

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