Così le aziende e i sindacati aggirano il “decreto dignità” per prorogare i contratti precari

 

Firmati accordi aziendali, territoriali e nazionali per derogare dalle nuove regole introdotte dal ministro di Maio che prevedono limiti per i contratti a tempo determinato

 

Sindacati e aziende si alleano, vanno a braccetto e firmano “accordi in deroga” per aggirare il decreto dignità firmato dal ministro Luigi di Maio. Un decreto che ha giustamente introdotto il limite di 24 mesi ai contratti a termine, l’obbligo della causale per i rapporti di lavoro superiori ai 12 mesi,  la trasformazione dei contratti a tempo indeterminato dopo quattro rinnovi  dei contratti a tempo determinato. Un decreto approvato per combattere la precarietà e difendere la dignità dei lavoratori e delle lavoratrici italiani. Un decreto che Confindustria, Confcommercio, Cgil, Cisl e Uil stanno boicottando sperando nella sponda politica della Lega di Matteo Salvini per modificarlo radicalmente. In attesa dell’aiuto leghista, i   sindacati stanno stipulando accordi con gli imprenditori allargando sostanzialmente la possibilità di ricorrere ai contratti a termine mantenendo l’incertezza sui posti di lavoro. Almeno quattro contratti collettivi nazionali siglati dopo l’entrata in vigore del decreto dignità  contengono eccezioni rispetto al tetto di 24 mesi per i rapporti a tempo indeterminato e al limite del 20% rispetto al totale dei lavoratori. E stanno proliferando in tutta Italia i  cosiddetti accordi di prossimità (contratti a livello aziendale o territoriale), disciplinati dalla manovra bis del 2011 del governo Berlusconi, che possono operare “anche in deroga alle disposizioni di legge  ed alle relative regolamentazioni contenute nei contratti collettivi nazionali di lavoro”.

Alcuni esempi. L’accordo siglato il 31 luglio 2018 per il settore del cinema e dell’ audiovisivo ha previsto “deroghe al numero massimo di contratti di lavoro a tempo determinato”: le aziende del comparto potranno superare il tetto massimo del 20% previsto per i contratti a termine. E potranno anche non rispettare il tetto di 24 mesi di durata applicabile ai rapporti di lavoro a termine e superare il numero massimo di proroghe. Il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro per i lavoratori somministrati siglato il 21 dicembre 2018, poi, ha portato a 48 mesi la durata massima del rapporto a tempo determinato tra un’agenzia per il lavoro e un somministrato. E le anzianità lavorative maturate prima del gennaio 2019 si calcolano entro il limite massimo di 12 mesi, per cui di fatto si allunga il periodo di lavoro che può ancora essere svolto a tempo determinato dai somministrati che erano già attivi prima dell’ entrata in vigore del Decreto 87/2018. Anche il contratto del cemento firmato il 29 maggio prevede limiti di durata massima più alti. L’intesa sul trasporto aereo dell’11 novembre 2018, ancora, stabilisce che i periodi di lavoro con contratti a tempo determinato stagionali svolti tra aprile e ottobre di ogni anno in corrispondenza delle ferie estive e di quattro mesi distribuiti in altri periodi non concorrano a determinare il limite di durata massima fissato dalla legge.

Gli accordi di prossimità  si stanno diffondendo perché consentono anche di estendere il periodo del contratto a termine senza causali. Si tratta di intese a livello aziendale o territoriale. Accordi simili sono stati replicati in Philip Morris, che lo scorso aprile ha firmato con Rsu, Fecma Cisl e Ugl Chimici un’intesa che prevede l’incremento della durata massima complessiva dei rapporti a tempo determinato (fino a 36 mesi) e del numero delle proroghe (fino a cinque) per far fronte alla produzione della nuova sigaretta elettronica Iqos. Accordo di prossimità alla Epta di Limana, alla Honda di Atessa, nel gruppo Glm di Castelnuovo, in Genertel. Accordi firmati anche dalla Cgil. Lo scorso 5 giugno è stato poi firmato da Confcommercio Lazio Nord e dai sindacati un accordo territoriale che prevede l’applicazione della disciplina della stagionalità a Viterbo e Provincia – in quanto “territorio a vocazione turistica” – con le relative deroghe, superando i limiti del Decreto dignità

                                                                                                                                            Red

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