Contro il clima di odio nel Paese non serve piagnucolare, bisogna lottare

 

Riceviamo e pubblichiamo volentieri un intervento di Fabiola D’Aliesio, segretaria della federazione campana del partito dei Carc, Comitato di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo

Negli ultimi giorni tutti gli organi di propaganda si sono buttati sul tema dell’immigrazione e delle politiche di accoglienza, rimpatrio, censimento dei rom. Il fatto di cronaca che ha scatenato la discussione è stato prima la chiusura dei porti italiani decretata dal ministro degli interni Salvini (Lega) e dal ministro delle infrastrutture Toninelli (M5S) per le navi delle ONG (Organizzazioni Non Governative); poi la proposta di censimento dei rom. E’ bene però fare subito chiarezza: il bersaglio comune della canea di polemiche di queste ultime settimane, in realtà, è la breccia che il voto del 4 marzo ha aperto nel sistema delle Larghe Intese.

Sia la linea di “accogliamo tutti” contro Salvini il ministro razzista o contro il “governo più a destra della storia”, che gridano allo scandalo del censimento dei rom (ma che non hanno proferito parola quanto Pisapia a Milano faceva uguale se non peggio!) Sia la linea che avalla l’azione del governo sono linee sbagliate.

Queste posizioni si limitano alla superficie delle cose, agli schieramenti politici, non tengono conto della lotta di classe in corso ovvero di qual è la posta in gioco e quanti a sinistra vi si accodano fanno, consapevoli o meno, il gioco del PD. Infatti entrambe le posizioni rispondono alla domanda comune: quale è la “pezza” migliore da mettere lasciando il mondo com’è (cioè in mano a speculatori finanziari, banchieri, padroni di ogni sorta)?

La questione immigrazione non è né un problema di ordine pubblico, né una questione umanitaria. È una questione di classe!

È una questione della gestione criminale dei paesi e del pianeta da parte della borghesia imperialista (guerre di saccheggio dei paesi oppressi dall’imperialismo, sfruttamento senza  limiti dei lavoratori e delle masse popolari nei paesi imperialisti). La creazione nel nostro paese di un sistema di relazioni economiche, politiche e sociali adeguato alla vita dignitosa delle masse popolari italiane è la stessa cosa che l’integrazione dignitosa degli immigrati combinata, a livello internazionale, con la lotta contro la devastazione economica e sociale e la guerra portate dai gruppi imperialisti (USA, europei e sionisti) e e dalle loro istituzioni (NATO e UE) nei paesi dell’Africa e del Medio Oriente, la causa dell’emigrazione.

Indicare la cattiveria individuale e il razzismo di Salvini, Minniti e compari come causa della guerra di sterminio non dichiarata che i padroni muovono contro le masse popolari (e in particolare contro le parti più deboli di esse), è vivere in un mondo fantastico, a tratti fiabesco.

Un mondo dove un “cattivo” è responsabile di ogni male e, una volta eliminato il cattivo, pace, armonia e amore trionferebbero. Ma cosa ben più grave e preoccupante è che questa pantomima nasconde il sistema sociale capitalista e i suoi difensori, i veri responsabili e i loro complici dell’attuale situazione e aiuta questi criminali a continuare la loro sporca opera. Significa fare, al pari della Lega di Salvini, il gioco dei responsabili del corso miserabile delle cose nel nostro paese e nel resto del mondo: deviare le masse popolari dalla lotta di classe. Salvini evoca e promuove la lotta contro gli immigrati; la sinistra borghese si indigna contro i Salvini di turno. Bisogna guardare in profondità la realtà e non seguire le suggestioni della propaganda con la quale il regime intossica le menti e i cuori! A meno che nele aspirazioni di chi si unisce a questa canea non vi sia un unico, solito, obiettivo: ottenere visibilità per fini elettorali giocando a chi la spara più grossa.

L’assassinio, il maltrattamento e lo sfruttamento di immigrati vanno avanti da ben prima che Salvini fosse Ministro dell’Interno: per mano dei caporali, delle organizzazioni criminali, delle forze dell’ordine , degli autori della legge Turco-Napolitano, della Bossi-Fini e della Orlando-Minniti. Salvini continua la linea delle persecuzione degli immigrati inaugurata dal “democratico” Napolitano nel 1997 con l’affondamento della Kater i Rades e l’istituzione dei CPT (legge Turco-Napolitano del 1998) proseguita dai Ministri dell’Interno che lo hanno preceduto (da Napolitano a Minniti) e praticata dai Ministeri degli Interni e dai rispettivi governi in Francia come in Spagna. L’unica differenza è che Salvini lo fa usando la voce grossa, mentre i suoi predecessori lo hanno fatto usando parole di rammarico e lacrime di coccodrillo, secondo la prassi mutuata dai preti e di cui papa Bergoglio è un campione (fornendo così un “nobile argomento” alla speculazione che Vaticano e molte cooperative legate al centro sinistra portano avanti sull’assistenza ai migranti, ai rom, etc.).

Il nemico principale con cui la classe operaia (italiana e immigrata) ha a che fare non è un cialtrone come Salvini che fa leva sull’insicurezza e sulla paura delle masse popolari per trasformare la lotta di classe in guerra tra poveri per accaparrarsi un posto al banchetto della borghesia imperialista. Sono il Vaticano, la Confindustria e le altre organizzazioni padronali, la organizzazioni criminali, gli imperialisti USA, europei e sionisti con i loro governi delle Larghe Intese, le loro istituzioni e leggi, le loro forze armate e i loro sindacati di regime, il loro sistema di informazione, intossicazione, corruzione, lusinghe e ricatti, la loro comunità internazionale di speculatori e guerrafondai che devasta mezzo mondo e costringe all’esodo di massa di interi paesi e alla disoccupazione di massa: in Italia ci sono più di 3 milioni di disoccupati ufficiali e altrettanti che non sono conteggiati, ci sono 12 milioni di poveri, italiani e stranieri. Questi sono i frutti e i numeri della gestione della società da parte della borghesia.

Trattare la questione dell’approdo dell’Aquarius come questione di obbligo morale, emergenza umanitaria o come deriva razzista è pienamente in linea con la narrazione confezionata dalla propaganda di regime quale modo migliore per alimentare il distacco e la contrapposizione fra la classe operaia italiana e la classe operaia proveniente da altri paesi. Il colore della pelle non è l’aspetto principale. “Ma era un fratello immigrato” gridano i papa boys della sinistra, alimentando quella nefasta concezione per cui esistono fratelli e sorelle al posto di compagni e compagne, operai e operaie, lavoratori e lavoratrici.

 

La risposta più efficace, l’unica che combina la lotta contro gli omicidi e le stragi in corso, la lotta contro una deriva autoritaria dello Stato, con la prospettiva di una umanità nuova, è la mobilitazione della classe operaia e del resto delle masse popolari (italiani e stranieri) contro il degrado generale delle condizioni di vita e di lavoro della popolazione tutta. Nel nostro paese per la classe dominante non sono esuberi solo gli immigrati. Sono esuberi anche milioni di lavoratori, di giovani, di donne e di anziani italiani d’origine.

La realtà è che ci sono due Italie: una è quella composta dall’infima minoranza di chi vive nel lusso senza lavorare e se lavora lo fa solo per accrescere i suoi soldi, l’altra è quella composta dalla stragrande maggioranza della popolazione che per vivere deve lavorare e riesce a vivere solo se riesce a lavorare.

Questo è il vero problema. La produzione di beni e servizi è subordinata all’andamento degli affari dei grandi capitalisti e al gioco d’azzardo del mercato finanziario. Tutto quello che non produce profitti viene “tagliato”, chiuso, smantellato, distrutto. Quello che produce profitto cresce continuamente, anche se si tratta di veleni, droga, traffici di esseri umani e pornografia e produce abbrutimento e delinquenza. È questo che non consente una vita dignitosa neanche per le masse popolari italiane d’origine. È qui la fonte della miseria, della disoccupazione, della disgregazione sociale.

Solo l’organizzazione e la lotta comune dei lavoratori e delle masse popolari italiane e immigrate porranno fine a questo sterminio. Il degrado e il razzismo si combatte mettendo al centro la lotta per un lavoro utile e dignitoso per ogni adulto (italiano e straniero) e per condizioni di vita e di abitazione dignitose per ogni persona. Un esempio in questo senso è stato quanto accaduto l’anno scorso a Scampia dopo l’incendio del campo Rom di via Cupa Perillo: le associazioni e i comitati di lotta del quartiere hanno fornito alla comunità Rom la prima assistenza in forma di solidarietà, poi è stato costituito il Comitato Abitare Cupa Perillo, composto da Rom e non, dove si è avviato un processo di discussione e ragionamento collettivo attorno al tema del diritto alla casa e al lavoro per tutti e diverse iniziative sono state messe in campo per liberare il territorio da rifiuti sversati illegalmente dalla camorra e dai tentativi di alimentare guerra tra poveri su cui soffia la destra (a tutto vantaggio delle organizzazioni criminali ovviamente). Queste sono le parole d’ordine che uniscono italiani e immigrati che si organizzano e si mobilitano per imporre un governo di urgenza delle masse popolari organizzate (il Governo di Blocco Popolare). L’unico governo che può attuarle perché, grazie alla mobilitazione popolare, sarà in grado di rompere con gli interessi dei capitalisti e speculatori e della loro Comunità internazionale.

 

Dobbiamo instaurare il socialismo (ovvero un diverso e superiore sistema economico politico e sociale) e lo facciamo iniziando dalla costituzione del Governo di Blocco Popolare, che non passa dalle elezioni ma dal coordinamento delle realtà autorganizzate sui territori (che si stanno moltiplicando ovunque per mettere mano ai problemi che le istituzioni non sono in grado o non vogliono risolvere) che iniziano ad agire da vere e proprie Nuove Autorità Pubbliche!

Nell’immediato organizzare la mobilitazione ovunque per imporre al governo Conte il rispetto di misure promesse come il Jobs ACT e la Legge Fornero o la Buona Scuola è sicuramente il modo più efficace per contrastare l’opera di odio e guerra tra poveri su cui si sta soffiando. Continuare a gridare allo scandalo ed a piagnucolare porterà le masse popolari (che già in maggioranza hanno sostenuto Movimento 5 Stelle e Lega) nelle braccia di chi propone soluzioni spiccie e razziste per fare carta straccia dei diritti conquistati nei decenni scorsi.

                                                                                                             Fabiola D’Aliesio

Segretaria della Federazione Campana

del partito dei Carc, Comitato di Appoggio

alla Resistenza per il Comunismo

Componente della Direzione Nazionale

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