Congresso Cgil: Landini verso la vittoria, colliani vogliono ‘rimpasto’

In queste ore, secondo indiscrezioni, si starebbero definendo le liste alternative per la composizione degli organismi.

Il Congresso della Cgil in corso a Bari si sta rivelando complicato e difficile. Non è destinata a ricomporsi la  spaccatura all’interno del sindacato che si  sulla candidatura alla leadership della confederazione. Una confederazione divisa tra Maurizio Landini, indicato dalla maggioranza della segreteria e  Vincenzo Colla, sponsorizzato dallo Spi, i pensionati Cgil e  dall’area renziana del Pd e in particolare dalla parlamentare Pd, Carla Cantone. Si starebbe valutando in queste ore frenetiche di contatti e confronti, la presentazione di liste contrapposte, che fanno riferimento alle due candidature, per la composizione del direttivo e dell’Assemblea generale che giovedì pomeriggio, 24 gennaio, voterà il nuovo segretario generale della Cgil. L’organizzazione dovrà contare, chi appoggia Landini e chi appoggia Colla. La “diplomazia” resta comunque al lavoro per disinnescare lo scontro anche se al momento segnali concreti non ce ne sono. Le ‘trattative’ andranno avanti probabilmente anche domani.   La commissione elettorale, che deve decidere sulle liste da portare al voto del congresso, non è stata ancora convocata. “Sarebbe incomprensibile il dividerci a posteriori” perché “la Cgil non si merita divisioni, non se lo meritano i nostri iscritti”, ha ammonito Susanna Camusso nell’ultimo intervento da segretario generale della Cgil dal palco del congresso denunciando come “surreale” il fatto che ” mentre “si svolgevano i congressi tutti unitari, ci si dedicava alla delegittimazione del lavoro della segreteria”che “non ha fatto bene alla Cgil, alla sua autorevolezza”. Parole che i sostenitori di Colla hanno interpretato come “sprezzanti” verso un pezzo di Cgil, come ha spiegato senza mezzi termini, Michele Azzola, segretario generale Roma e Lazio, dal palco del congresso. “Camusso provi fino in fondo a vedere se ci sono le condizioni per una soluzione unitaria. Altrimenti faccia correre la competizione perchè questo non è un dramma. Le candidature in campo esprimono comunque una alternativa tra due possibili segretari generali eccellenti“, ha spiegato.

E quale sarebbe la “soluzione unitaria” che starebbero sollecitando i sostenitori di Colla? Rimpasto di incarichi e di  poltrone. Stando ai soliti bene informati, l’area cosiddetta riformista-renziana chiederebbe un consistente riequilibrio della segreteria nazionale (oggi sono 7 pro Landini contro 2). Camusso avrebbe prospettato di allargare l’organismo dirigente anche a 10 membri, con la possibilità ulteriore di offrire ai colliani anche di un posto che sarà presto vacante (Franco Martini  in uscita per aver raggiunto l’età della pensione). In questo “rimpasto” si sarebbe ipotizzata la nomina di due vicesegretari (lo stesso Colla e un altro uomo di fiducia). Ma a far saltare il compromesso sarebbero state le  grandezze indicate per la composizione del direttivo, l’organismo che decide le scelte strategiche dell’organizzazione: 65% di “landiniani” contro il 35% per i colliani. Questa l’ultima offerta avanzata. Un punto ritenuto inaccettabile dai “colliani”. L’area renziana della Cgil, rischia, però di incassare una sonora sconfitta. Landini avrebbe già in tasca tra il 58 e il 62% di consensi tra i delegati e i rappresentanti dell’assemblea generale.

In queste ore, secondo indiscrezioni, si starebbero definendo le liste alternative per la composizione degli organismi. Ormai lo spazio di manovra per ricucire è strettissimo. D’altronde Susanna Camusso, nel suo discorso d’apertura, è stata chiarissima. “Abbiamo, dopo moltissimo tempo, svolto un Congresso unitario, perché abbiamo dedicato cura in questi anni a produrre unità” ha detto il segretario generale, riferendosi al documento unitario sottoscritto da oltre il 90% dei delegati (Landini e Colla inclusi). “Per questo credo che appaia ai più incomprensibile perché ora maturi il dividerci a posteriori – ha aggiunto – Rischiamo che, per dare senso alla duplicazione dei candidati a Segretario Generale, si dichiarino differenze politiche che non abbiamo visto in nessuno dei nostri congressi, che si sono tutti conclusi unitariamente”. Parole eloquenti, un siluro lanciato contro i colliani. “Penso che la CGIL non se lo meriti, non se lo meritano i nostri iscritti. Non perché non si possa votare, non perché non ci possano essere più posizioni politiche, ma perché in questo caso si “inventano” a posteriori, sono quindi divisioni sulla persona non sui programmi”.

Un congresso tutto concentrato sulle poltrone, incarichi di segreteria e sul rimpasto e poco sui problemi reali dei lavoratori. Congresso che dovrebbe indicare obiettivi, strategie, per riconquistare  diritti collettivi e sociali, il lavoro, il sostegno al reddito, cambiare le condizioni di vita dei ragazzi e delle ragazze di questo Paese. In una difficile fase  di crisi di rappresentanza, di vuoto politico a sinistra e di recessione economica, il sindacato dovrebbe svolgere un ruolo. Un ruolo importantissimo, decisivo.

                                                                                                              Ciro Crescentini

(Foto di Marco Merlini e Simona Caleo dal sito di Rassegna it.)

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