Bagnini e camerieri:”Meglio il Reddito che schiavi per quattordici  ore al giorno”

Sono finiti i tempi in cui lo sfruttamento permetteva a certi imprenditori di arricchirsi sulla pelle degli altri.

Molti imprenditori italiani e i loro sponsor politici  sputano veleno contro il reddito di cittadinanza. Strumentalizzano, diffondono bufale,  false notizie e alimentano razzismo sociale. Domenico Pascuzzi,  sindaco di un piccolo comune marchigiano, Gabicce(casacca Pd)  si è  lamentato  per l’assenza dei lavoratori stagionali che ogni anno dal Sud salivano nelle località turistiche della Riviera marchigiana romagnola per svolgere l’attività di bagnini, camerieri, barman. Lavoratori costretti a lavorare per dodici, quattordici ore al giorno per meno di 500 euro. “Questi giovani hanno scelto di non lavorare preferendo di oziare a casa con i soldi del reddito di cittadinanza” – ha affermato in modo sprezzante il sindaco piddino. Sulla stessa lunghezza d’onda Matteo Renzi: “I grillini pagano la gente per stare a casa anziché per lavorare” – ha detto Renzi. Durissime le reazioni su Twitter, Facebook da parte dei giovani e dei loro genitori che hanno ricordato le condizioni di sfruttamento nel settore del turismo e dei servizi dove i  lavoratori stagionali vengono pagati pochi euro l’ora senza tutele e garanzie. Molti hanno raccontato di avere lavorato per 12 ore al giorno a 800 euro al mese o spaccandosi la schiena dalla mattina alla sera come animatore percependo 500 euro mensili. “Gli imprenditori hanno necessità di assumere manodopera? Assumessero i percettori del reddito di cittadinanza – spiega Anna animatrice turistica – La legge prevede che il percettore porta in dote il reddito, il datore del lavoro provvede ad integrare in modo da rispettare gli inquadramenti contrattuali e salariali. E non solo. L’imprenditore se assume un percettore di reddito di cittadinanza potrà beneficiare di sgravi contributivi e fiscali – aggiunge Anna – La verità è un’altra non vogliono assumere, vogliono continuare a sfruttare!”. Significativa una nota diffusa dal Movimento 5 Stelle: “Forse il sindaco di Gabicce  ignora che i lavori stagionali sono da decenni la giungla di precarietà con cui i nostri giovani hanno conosciuto il mondo del lavoro. Orari disumani, stipendi da fame, nessuna sicurezza, nessuna garanzia o tutela contrattuale: è lo spaccato del lavoro nero in Italia, di quella piaga che scorre senza freni in ogni angolo del Paese. Un fenomeno a cui il governo, su iniziativa del MoVimento 5 Stelle, ha dato un colpo decisivo grazie al Decreto Dignità, primo provvedimento di un cambiamento che ha detto chiaramente “basta sfruttamento, basta precarietà” – sottolineano i pentastellati – Quanto alla polemica sul Reddito di Cittadinanza che dire se non che per la prima volta in Italia c’è un sistema di welfare universale che dà una mano a chi ne ha bisogno, chiedendo in cambio un impegno a riqualificarsi e a rimettersi in gioco? Da quanto tempo l’Italia aveva bisogno di una vera riforma delle politiche attive del lavoro, grazie ad un sistema in grado di far incontrare domanda e offerta di lavoro e di avviare chi ne ha bisogno verso un vero percorso di formazione? – domandano gli esponenti del Movimento 5 Stelle –  Ripetiamolo, non fa mai male e non ci stancheremo di dirlo: noi sosteniamo chi è stato ridotto alla fame dai precedenti governi, ma al tempo stesso operiamo per il suo reinserimento nel mercato del lavoro”. Poi la risposta diretta a Renzi: “Renzi dovrebbe ricordare che il suo Jobs Act è riuscito a far crollare il numero di assunzioni a tempo indeterminato dai 2 milioni del 2015 ad 1 milione 176 mila del 2017, mentre le assunzioni a termine sono aumentate da 3 milioni 463 mila del 2015 a 4 milioni 812 mila del 2017″. Un attacco condiviso anche dal sottosegretario M5s alla Pa, Mattia Fantinati: “Sono finiti i tempi in cui lo sfruttamento permetteva a certi imprenditori di arricchirsi sulla pelle degli altri. Se una persona preferisce il reddito di cittadinanza, non è perché non vuole lavorare, ma perché non vuole essere sfruttata!”. I nostri ragazzi hanno pieno diritto a ricostruirsi un futuro fatto di formazione e di crescita professionale, senza essere più costretti a lasciare la propria terra per essere sfruttati. Creare le condizioni per un futuro migliore dei giovani dovrebbe essere priorità quotidiana di tutte le forze politiche ed istituzionali di maggioranza e di opposizione. Invece, alcuni partiti, in primis il Pd continuano ad assumere posizioni subordinate ai settori più retrivi dell’imprenditoria del Paese.

                                                                                                     Ciro Crescentini

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