San Carlo, interrogazione accusa i lavori di Nastasi: “Inadeguati, valutare i danni”

L’iniziativa dei senatori del M5S, al ministro Bonisoli richiesta di chiarimenti: “Gli interventi voluti dall’ex commissario sarebbero costati 70 milioni, ma non si vede alcuna valorizzazione del teatro: distrutta la cassa risonante che garantiva l’acustica, realizzato un bar in stile moderno e trasferito l’archivio in periferia est. E i porticati di ingresso presentano già danni all’intonaco”

I lavori di ristrutturazione al San Carlo diventano un caso, e scatta la richiesta al ministro di chiarire quanto avvenuto. Un’interrogazione al titolare dei Beni e delle attività culturali, Alberto Bonisoli, è firmata da alcuni senatori del M5S. Nel testo si spiega che gli interventi “appaiono non adeguati, anche in considerazione delle condizioni in cui versano alcune parti della struttura”. A Bonisoli si chiede “se non ritenga necessario valutare i danni cagionati e individuarne le responsabilità, al fine di attivare le dovute azioni nelle sedi opportune”. L’interrogazione, prima firmataria Michela Montevecchi,  è sottoscritta, tra gli altri da Danila De Lucia, componente della Commissione Cultura. “I lavori di ristrutturazione – si legge – sarebbero costati ben 70 milioni di euro, ma oltre a non avere la longevità che ci si aspettava, come sembra dimostrare la condizione dei porticati di ingresso che presentano evidenti danni all’intonaco, sarebbero stati molto criticati per le scelte tecniche e di presunta valorizzazione che avrebbe adottato l’allora Commissario dott. Nastasi”. L’interrogazione a risposta orale in Commissione si richiama ad articoli di organi d’informazione, secondo i quali lo stesso commissario “avrebbe fatto distruggere la cassa risonante collocata sotto il palcoscenico che ne garantiva l’acustica unica nel suo genere, sostituendola con cemento”. Inoltre “sarebbe stato costruito un bar in stile moderno mentre inspiegabilmente l’archivio sarebbe stato spostato in un magazzino nella zona orientale della città, lontano e praticamente inaccessibile”. L’iniziativa parlamentare sottolinea,  inoltre, la condanna per danno erariale di Marcello Fiori, commissario straordinario degli Scavi archeologici di Pompei, autore del progetto di ristrutturazione edilizia in tufo e cemento armato del Teatro Grande di Pompei. “Una sentenza di condanna – aggiunge il testo – che forse per la prima volta ha posto l’attenzione sui beni culturali e sul concetto di valorizzazione” che non può essere assimilato “al mero sfruttamento dello stesso per fini di natura imprenditoriale-commerciale”. Di qui, la necessità di approfondire quanto accaduto nel Massimo napoletano.

girobe

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