La donna con il liuto di Vermeer, via all’esposizione a Capodimonte

Presentato il dipinto in prestito dal Metropolitan di New York. Il direttore Bellenger: “Il pittore olandese mostra alcune somiglianze con colui che può essere ribattezzato come la ‘rockstar’ del Barocco italiano, cioè Caravaggio”

Un dipinto in prestito da New York per riscoprire un grande artista del Seicento di cui l’Italia non conserva sfortunatamente alcuna sua opera. E’ stata presentata nella mattinata di oggi al Museo Nazionale di Capodimonte di Napoli la mostra “Vermeer, la donna con il liuto dal Metropolitan Museum”, incentrata sul tema della donna nella storia dell’arte e della musica attraverso il quadro del pittore olandese conservato al Met.
Il direttore del Museo napoletano, Sylvaine Bellenger, ha inaugurato l’allestimento soffermandosi sulla figura dell’autore la cui poetica è accostabile sotto certi aspetti ad un’altra grande personalità artistica del XVII secolo come Caravaggio: “La storia e la memoria sono cose purtroppo molto fragili e lo dimostra il fatto che Vermeer sia stato valorizzato soltanto due secoli dopo dallo storico francese Theophile Thorè – Burger -ha affermato Bellenger – In virtù di questa riscoperta e dei più recenti studi il pittore olandese mostra alcune somiglianze con colui che può essere ribattezzato come la “rockstar” del Barocco italiano, cioè Caravaggio! I due artisti hanno in comune la grande padronanza della luce, la capacità di dipingere senza disegno, ma soprattutto il concetto di realismo come convenzione. A tal proposito il quadro che abbiamo ricevuto in prestito dal Met è un classico esempio di camera oscura, altro contesto che avvicina entrambi i pittori, studiosi della prospettiva”.

 

 
Il dipinto di New York raffigura una giovane donna di cui non si conosce l’identità precisa, seduta in una stanza ed intenta a guardare dalla finestra un qualcosa o qualcuno di misterioso che la distrae dall’ attività di accordatura di un liuto. L’allestimento di Capodimonte vuole catapultare l’osservatore nella realtà del dipinto ricreandone nella sala principale l’atmosfera di luci e ombre ed accogliendo al suo interno le riproduzioni dei due strumenti musicali rappresentati: un liuto alla francese, a 11 corde, di cui si propone una copia realizzata nel Seicento dall’artigiano parigino Jean Des Moulins ed una viola da gamba di tipo inglese costruita dalla liutaia Ester Passiatore nel 2014. Di grande importanza per la datazione dell’opera di Vermeer la raffigurazione al suo interno di una carta geografica dell’Europa, pubblicata nel “Theatrum Orbis Terrarum sive Atlas Novus” di Willem Blaeu (1644), la quale, dopo essere stata ritrovata negli archivi della Società Napoletana di Storia Patria, è stata restaurata e riproposta per la mostra. Nelle sale adiacenti quattro capolavori del XVII secolo, già custoditi nelle collezioni di Capodimonte (le “Santa Cecilia” di Sellitto, Cavallino e Guarino e l’”Autoritratto alla spinetta” di Sofonisba Anguissola) proiettano il mondo femminile attraverso la musica in una dimensione mistica.
I contenuti dell’esposizione potranno essere approfonditi attraverso un’app scaricabile gratuitamente su smartphone: ”L’utilizzo di quest’applicazione è estremamente semplice – ha spiegato Riccardo Napolitano, responsabile della Start Up Arm23 che ne ha curato la realizzazione – Basterà puntare la telecamera del proprio telefono verso il quadro per visualizzare testi e contenuti multimediali riferiti ai temi principali della mostra. Tale strumento è stato pensato soprattutto per i più giovani al fine di stimolare maggiormente la loro attenzione verso l’arte”.
“Vermeer, la donna con il liuto dal Metropolitan Museum” sarà visitabile sino al prossimo 9 febbraio con lo stesso biglietto di ingresso al Museo di Capodimonte e durante il suo regolare orario di apertura.

Angelo Zito

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